Tradizione-Romana-2018

 

 

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XII  SEMINARIO DI STUDI

“TRADIZIONE REPUBBLICANA ROMANA”

JURAMENTO EN EL MONTE SACRO

Roma, Campidoglio, 17 dicembre 2918

 

 

frosini-IMG_0607 - CopiaTOMMASO EDOARDO FROSINI

Ordinario Università Suor Orsola Benincasa di Napoli

Vice Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche

 

Lettera del 17 dicembre 2018 al XII Seminario di Studi «Tradizione Repubblicana Romana»:

Juramento en el Monte Sacro.

 

 

 

 

logoCnrGrigio  

Consiglio Nazionale delle Ricerche

Il Vice Presidente

 

Cari Colleghi,

mi rammarico e mi scuso della mia assenza dovuta a impegni accademici, in quanto sono trattenuto, in queste stesse ore, a Napoli presso il mio Ateneo della Suor Orsola Benincasa.

Ci tengo però a farvi giungere il mio personale saluto e quello del CNR, che rappresento quale vice presidente, in occasione di questa importante manifestazione culturale – che si ripete annualmente dal 1980, dedicata al “Juramento en el Monte Sacro”, e quindi sulla dottrina politica e giuridica di Simon Bolívar – promossa sotto l’egida anche del CNR e della sua unità di ricerca Giorgio La Pira, diretta e guidata con autorevole e ammirevole impegno dal collega e amico prof. Pierangelo Catalano.

L’unità di ricerca Giorgio La Pira del CNR è dal 2007 che, conformemente alla deliberazione del Consiglio comunale di Roma, promuove lo studio della tradizione repubblicana romana e celebra solennemente l’anniversario del Giuramento della plebe al Monte Sacro e l’istituzione del Tribunato. Tema sul quale, nel convegno odierno, svolgerà la sua relazione il collega Franco Vallocchia, che sarà di sicuro interesse e spero vivamente di poterla leggere negli Atti.

Quella che svolge l’unità di ricerca CNR Giorgio La Pira è un’attività culturale e scientifica che non conosce soste e frontiere. Soltanto un paio di settimane fa eravamo a Sassari per un grande convegno sull’anniversario della Costituzione sovietica del 1918, sempre per iniziativa dell’unità CNR Giorgio La Pira. Infatti, tra gli interessi dell’unità di ricerca vi è la Russia al pari dell’America Latina, che molto da tempo è oggetto di studio, specialmente con riferimento alla dottrina di Simon Bolivar e le sue declinazioni nella contemporaneità costituzionale. Come è noto, il mito di Roma antica come esempio di virtù politica e di valore  militare, il culto delle sue memorie, l’imitazione dei suoi istituti giuridici, furono infatti persistenti e fermentanti nello spirito di Bolivar. E sono evidenti la continuità di certe idee e di certi modelli istituzionali, attraverso una lunga tradizione storica, dalla Roma repubblicana al costituzionalismo bolivariano. Così come anche Garibaldi, reduce da una esperienza di vita e di guerra nell’America Latina, abbia inteso ricollegarsi egli stesso alla figura esemplare del Libertador nel fulgore della sua attività di condottiero e di legislatore.

Anche Mazzini e la sua Repubblica romana del 1849 è ispirata a quel modo di essere e di pensare del costituzionalismo bolivariano. A partire dall’Assemblea costituente, che si aprì il 5 febbraio del 1849 e che votò il 5 luglio dello stesso anno la Costituzione della Repubblica romana. Un’Assemblea come istituzione politica organizzata, investita di una sua legittimità, con una sua competenza specifica e riconosciuta, e quindi con una sua struttura giuridica. Essa, possiamo dire, rappresenta l’anello di congiunzione storica fra l’Assemblea del 1798 e quella del 1946; e tutte e tre rappresentano le istituzioni fondamentali della libertà repubblicana nella storia di Roma e dell’Italia moderna. Certo, ognuna con caratteristiche proprie, ma ognuna di esse ha preparato la strada alla successiva, ovvero ha ripreso quella già intrapresa dalla precedente. Come ebbe a dire Meuccio Ruini nel presentare il progetto di Costituzione all’Assemblea costituente il 31 gennaio 1947: “E’ la costituzione romana di Mazzini, quella alla quale noi ci vogliamo idealmente congiungere”. E come disse un secolo prima Giuseppe Garibaldi, intervenendo alla Costituente romana del 1849: “Fermamente io credo che dopo avere cessato l’altro sistema di governo, quello più conveniente oggi a Roma sia la Repubblica. I discendenti degli antichi romani, i romani di oggi forse non sono capaci di essere repubblicani?”.

Sarebbe opportuno che si oggi ci si soffermasse sul valore e sul significato di cosa vuole dire “essere capaci di essere repubblicani”. E quindi di unire l’uomo, come persona umana, alla società politica in cui vive con un vincolo di impegno morale, che corrisponde precisamente al suo senso del dovere politico. Per creare e formare una “coscienza costituzionale”, in cui la comunità cui si appartiene possiede una struttura, una autonomia, una validità di diritto, fondate sulla adesione dei cittadini a una obbligazione politica, che è quella definita e stabilita nella carta costituzionale. Parlo di “obbligazione politica” nell’accezione della dottrina inglese, che implica l’idea del dovere morale di obbedienza del cittadino allo stato, e l’idea dello stato come realizzazione del “bene comune”, quale principio della libertà.

Vi auguro un buon lavoro; e sono certo che anche questa manifestazione promossa dall’unità Giorgio La Pira sarà un successo al pari delle altre.