N° 1 - Maggio 2002 - Memorie

 

Xu  Guodong

Università di Xiamen

 

 

L'insegnamento del diritto romano nelle Università della cina

 

 

1.      Premessa.

2.      L’insegnamento del diritto romano nella vecchia Cina.

3.      L'insegnamento del diritto romano nell'era di Mao.

4.      L’insegnamento del diritto romano nell’era di Deng Xiaoping e Jiang Zemin.

5.      Conclusioni e prospettive.

 

 

 

1. Premessa

In Cina recentemente sono state fatte ricerche sull'educazione giuridica ed ulteriormente anche sul processo della diffusione della cultura giuridica occidentale nella Cina, ma fino ad oggi nessuno ha studiato il tema del fatto dell'educazione del diritto romano in Cina. Se i primi due temi costituiscono una "parte generale" di una tematica più ampia, l'ultimo ne rappresenta una "parte speciale", che interagisce con essi: i primi due temi infatti offrono uno sfondo, di cui l'ultimo offre un importante dettaglio. Il periodo storico dalla Prima Guerra dell'Oppio alla Cina contemporanea è lunghissimo; in esso la cultura giuridica tradizionale della Cina termina il processo di assorbimento e di fusione con quella del mondo occidentale, nonostante diverse forze politiche governassero alternativamente il Paese. Per facilitare la mia esposizione, intendo periodizzare tale arco di 160 anni circa, in varie tappe, proprio in base alle diverse forze politiche di governo: 1) il periodo dalla Guerra dell' Oppio dal 1840 alla conquista comunista della Cina nel 1949; 2) il periodo di Mao Zedong, che dura dal 1949 al 1978; 3) il periodo di Deng Xiaoping e Jiang Zemin che dura dal 1978 fino ad oggi. In questi diversi periodi l'insegnamento del diritto romano in Cina assume diverse fisionomie, che qui tenterò di analizzare in vista anche delle sue prospettive future nel nostro Paese.

 

2. L'insegnamento del diritto romano nella vecchia Cina

Nonostante i missionari occidentali cominciassero ad entrare in Cina durante la Dinastia Ming, portando le diverse conoscenze dei loro Paesi (ad esempio, il missionario belga Jean-Nicolas Smogolenski introduceva 7000 libri in lingue occidentali in Cina), non vi è sicurezza che fra di esse rientrassero testi del diritto romano. Il più antico ricordo del diritto romano nelle fonti cinesi, per quanto ne so, è il rapporto dei cinque ministri che erano stati mandati dal governo della Dinastia Qing a ricercare i sistemi giuridici dei paesi occidentali. Il 9 maggio 1906, Zaize e i suoi colleghi dicevano nel loro Rapporto sulla situazione generale del diritto nella Francia che: "Le politiche dei paesi europei derivano principalmente dal regime antico del popolo romano, quindi le persone che parlano della scienza politica e del diritto devono parlare prima di Roma, come gli studiosi cinesi devono ammirare prima la Dinastia Zhou e Qin… la Francia è vicina a Roma geograficamente e ha ereditato le ricchezze romane della scienza politica e della giurisprudenza. Inoltre essa aveva Napoleone I che, con il suo grande talento e balda strategia, e con le sue qualità di forte volontà e ferocia, sistemava i fondamenti delle cose umane e stabiliva personalmente le leggi necessarie alla fondazione dello Stato e al governo del popolo, dividendo chiaramente i diritti privati e i poteri pubblici, la competenza superiore rispetto a quella inferiore". Questo rapporto confermava la posizione del diritto romano quale diritto materno nei vari Paesi europei moderni, nonché la posizione della Francia come erede di primo ordine del diritto romano. Ciò spiega perché si istituì poi il corso del diritto romano nella prima università della Cina e perché si ingaggiarono professori francesi per tenerlo.

Di fronte alla sfida della cultura occidentale, la Cina rispondeva con le riforme del movimento del 1898, che, sebbene durasse soltanto 100 giorni prima di abortire, lasciò come uno dei suoi frutti la Scuola Superiore della Capitale, che è stata la prima università della Cina. Il diritto romano quale corso universitario trovava ora una propria scena in Cina. Infatti, prima della nascita della Scuola Superiore della Capitale, si apriva una facolnella Scuola di Prima classe della Cina Occidente di Tianjing (rinominata Università di Oceano Nord nel 1903, poi università di Tianjing nel 1949). Tale Scuola reclutava il primo circolo degli studenti di 30 persone che si erano laureati nel 1899. La legge romana era una corso facoltativo per loro. Si divideva il corso del diritto romano in "Storia del diritto romano" e "diritto romano".Questo racconto è l’unico rapporto che so sulla pratica di dividere il corso del diritto romano in due materie in Cina. Purtroppo posteriormente si teneva diritto romano come un corso senza dividere le materie. Non so perché si svolgeva questa pratica contro la tradizione didattica comune dei paesi europei continentali.

I cinesi della fine della Dinastia Qing ritenevano che la forza dei Paesi occidentali derivasse dalle loro leggi; pertanto uno dei punti chiave della riforma destinata alla occidentalizzazione sarebbe dovuto essere quello di introdurre i loro ordinamenti giuridici; a tal fine nasceva l'esigenza di instaurare Scuole di diritto, che furono perciò fondate in gran numero. Nel 1904, il governo della Dinastia Qing creava il primo istituto specializzato per l'educazione giuridica nella storia della Cina: la Scuola di giurisprudenza e scienze politiche della Provincia Zhini (la Provincia Hebei d'oggi). Nei seguenti cinque anni si fondavano 25 scuole di giurisprudenza e scienze politiche a Pechino e nelle diverse province. Inoltre c'erano facoltà giuridiche in 6 Università multidisciplinari. Fino al 1909 esistevano 47 scuole di giurisprudenza e scienze politiche in tutta la Cina, che possedevano 12282 studenti. L'organizzazione dei corsi e l'adozione dei manuali in queste scuole seguivano fedelmente la pratica universitaria del Giappone. Molti insegnanti erano ingaggiati tra i giapponesi. Come tutti sanno, in molte Università giapponesi dello stesso periodo si teneva il corso del diritto romano. C'erano le testimonianze esatte che dimostrano che, tra queste scuole, la Scuola di Giurisprudenza della Capitale serviva il corso del diritto romano, che teneva per tutto il primo anno accademico, 2 ore per ogni settimana. Dopo aver fatto una memoria al trono, il Ministero dell'Educazione di Dinastia Qing stabiliva un elenco dei corsi uniforme per tutte le scuole di giurisprudenza e scienze politiche in tutta la Cina, secondo il quale, il diritto romano era un corso di primo semestre di primo anno accademico, attribuendo 2 ore a settimana. Quindi era obbligatorio per tutte le scuole tenere il corso del diritto romano.

Dopo la Rivoluzione del 1911, la Scuola Superiore della Capitale era rinominata Università di Pechino nel maggio del 1912, ed in essa si istituivano le facoltà di letteratura, scienza, giurisprudenza, commercio, ingegneria, agricoltura,etc. Il diritto romano era uno dei corsi principali per gli studenti della facoltà di giurisprudenza. All'inizio i professori francesi lo insegnavano alla maniera di conferenze dedicate a temi specifici, poi il prof.Huang Youchang li sostituì e tenne la cattedra. Il suo manuale Diritto Romano e l'attualità era pubblicato dalla Casa Editrice del Commercio nel 1913. In questo periodo venne istituito anche un corso di lingua latina nell'Università di Pechino, insegnato dal prof. Gu Hongming, un famoso studioso del tempo. Pertanto si può dire con certezza che l'Università di Pechino era la prima a tenere un corso di diritto romano in Cina, anche se purtroppo non sappiamo in quel tempo quante ore didattiche vi si dedicavano e quale era la sua natura ( corso obbligatorio o facoltativo), etc.

Fino all'ascesa al potere del partito comunista nel 1949/50 Università, tra le quali le Università di Yenching, Tsinghua, Chaoyang, Soochow, Xiamen, Wuhan, Hunan, avevano costantemente il diritto romano come corso obbligatorio. È una fortuna per noi disporre di dati relativi all'insegnamento del diritto romano nell'Università di Soochow. La presenza del corso di diritto romano in questa Università fondata dagli Statunitensi appare forse strana, ma in realtà allora, anche le Università Americane nel territorio metropolitano tenevano il corso di diritto romano. Secondo la documentazione, nell'anno 1934, la facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Soochow aveva i seguenti corsi: diritto cinese, diritto continentale moderno (diritto civile della Francia,della Germania, del Giappone e della Russia Sovietica), diritto Anglo Sassone, diritto Romano, diritto pubblico internazionale e diritto privato internazionale, etc. Diritto romano era un corso obbligatorio per gli studenti del secondo anno, che durava per un anno, 2 ore per ogni settimana ed attribuiva 4 crediti. In più, ciò che attira l'attenzione specialmente, è la presenza del corso della lingua latina in questa facoltà come corso obbligatorio, che durava per 6 mesi, 2 ore per ogni settimana, attribuendo 2 crediti.

In base all'elenco dei corsi della facoltà di Giurisprudenza dell'Università Centrale nel 1934, si insegnava agli studenti di primo anno il diritto romano, come corso obbligatorio che durava per un anno, 3 ore per ogni settimana , attribuendo 6 crediti.

Secondo le memorie del prof. Xie Huaishi, il famoso civilista della Cina contemporanea, nell'anno 1938 circa, quando egli studiava nella sezione universitaria della Scuola Centrale delle Scienze Politiche di Chongqing, frequentava il corso del diritto romano del prof. Mei Zhongxie, uno studioso formato nella Francia, usando un manuale tedesco. Il corso era obbligatorio, durava per un anno, 2 ore per ogni settimana.

In base alla consultazione degli archivi dell'Università di Lanzhou, tramite la prof.ssa Fan Xiaoyu del corpo docente di questa Università, nel periodo dal 1941 al 1945, l'Istituto di Gansu, il predecessore dell'Università di Lanzhou d'oggi, aveva il corso di diritto romano con 6 crediti, frequentato da decine di studenti con voti eccellenti. Prima del 1949, erano apparsi i seguenti romanisti cinesi, con indicazione dei loro libri. Huang Youchang, originario della Provincia Hunan. Secondo il rapporto di Mijian, egli doveva avere fatto l'esperienza di un soggiorno di studio in Giappone. Aveva successivamente la cattedra nella Facoltà di Giurisprudenza di Chaoyang e nell' Università di Pechino. Dopo il 1949, tentava di insegnare nell'Università del Popolo Cinese, ma non riusciva a continuare dato la vecchiaia, in quel tempo aveva 90 anni. Ha elaborato Diritto Romano e lattualità che era pubblicato a Pechino nel 1920. Credo che sia il primo manuale del diritto romano nella Cina. Qiu Hanping, conseguiva il dottorato negli Stati Uniti ma Mijian crede che egli si sia formato in Giappone; poi diventava un professore dell'Università di Soochow e dell'Università di Wuhan. Elaborava Diritto Romano di 2 tomi, per una lunghezza di 708 pagine e più, che era pubblicato a Shanghai nel 1937 dalla Casa Editrice di Huiwen e Xinji. L'autore è andato in Taiwan nel 1949. Chenyun e Yingshi si erano formati in Giappone, insegnavano nelle Università di Shanghai e di Hangzhou, avevano realizzato un manuale intitolato Diritto Romano per soddisfare i bisogni dell'insegnamento, il cui contenuto derivava per la maggiore parte dall'opera del prof. Huang Youchang. Esso era pubblicato come un libro della Collana Universitaria a Shanghai nel 1931 dalla Casa Editrice del Commercio, con 384 pagine. Yingshi ancora insegnava nella Scuola Centrale delle Scienze Politiche di Chongqing, e quindi era il maestro del prof.Xie Huaishi. Zhounan, nato nel 1908 a Liyang, Provincia Jiangsu, si è laureato nella facoltà di commercio della Scuola Pubblica della Cina. Andò in Belgio a studiare giurisprudenza sotto la guida del prof. L.Dupriez all'Università di Louvain nel 1928. Ha ottenuto il titolo di master in scienze politiche e diplomatiche ed il suo dottorato in giurisprudenza rispettivamente nel 1931 e nel 1934. Dopo il suo ritorno, insegnava il diritto civile e commerciale e il diritto romano sucessivamente nell'Istituto di Chizhi di Shanghai, nell'Università di Hunan, Istituto di Jiangsu ,nell’Università di Xiamen nel periodo della Guerra contro Giappone a Changting, per 3 anni e nell’Università di Jinan, assumeva simultaneamente le cariche di Preside e Decano della Facoltà sopraddetta. Prima della Guerra contro il Giappone, il suo manuale Trattato Originale di Diritto Romano era stato accettato per la pubblicazione come libro universitario, dalla Casa Editrice della Cina, ma questo programma non trovò attuazione a causa del trasferimento della Casa Editrice in seguito alla caduta di Shanghai in mano dei Giapponesi. Dopo l'ascesa al potere del partito comunista, egli è stato trasferito nella sezione di giustizia della commissione amministrativa di una prefettura del sud ovest come funzionario comune, e poi diventò direttore della biblioteca dell'Istituto Normale del Nord ovest. Nel 1980 è stato trasferito all'Università di Anhui, tenendo la cattedra di diritto civile. In questo periodo, Egli insegnava tutti i corsi di diritto romano da solo, ad es. i diritti reali, i diritti di obbligazione,etc, per gli studenti del corso di perfezionamento in diritto romano, organizzato dal Ministero di Giustizia. Tutti i suoi manoscritti ordinati dai suoi allievi sono pubblicati dalla Casa Editrice di Commercio nel 1994. Tale libro si divide in 2 tomi per una lunghezza di 947 pagine, con una bibliografia di tanti libri sia in francese che in Inglese.

Chen Chaobi, nato nel 1905, originario di Yancheng, Jiangsu Provincia, entrava nell'Università Centrale (Il predecessore dell'Università di Nanchino d'oggi) nel 1922. Passando l'esame brillantemente, è entrato nella facoltà della Giurisprudenza dell'Università di Louvain ed ha conseguito il dottorato in giurisprudenza nel 1932. Dopo il suo ritorno, si occupava di educazione giuridica nell'Istituto di Jiangsu. È stato invitato dal prof. Zhounan a tenere le cattedre di diritto romano e diritto privato internazionale nella facoltà di giurisprudenza dell'Università di Xiamen nel 1942. Da allora in poi non mai ha lasciato questa Università per tutta la sua vita. Nel 1952, quando la facoltà della giurisprudenza fu soppressa, egli divenne professore della facoltà di letteratura cinese. È andato in pensione nel 1976. Dopo la restaurazione della facoltà della giurisprudenza dell'Università di Xiamen nel 1979, ha composto tutte le voci del diritto romano per la Grande Enciclopedia della Cina. Nel 1982, egli ha reclutato il primo ciclo di dottori di ricerca, 3 persone, specializzati nel diritto romano, Mijian era uno di loro. Purtroppo moriva nel 1982, lasciando la sua causa incompleta. Il suo manuale Diritto Romano era pubblicato nel 1936 dalla Casa Editrice del Commercio come un libro della Collana Universitaria, lo si usa a Taiwan fino ad oggi. Tale libro si divide in 2 tomi per una lunghezza di 682 pagine, con una bibliografia di tanti libri, sia in Francese che in Inglese. Il modello di esso è il manuale del prof. L.Dupriez, maestro dell'autore, Cours de Droit Romain. Questo libro è più voluminoso rispetto alle opere dello stesso genere.

Lu Gandong, conseguiva il dottorato in diritto romano nell'Università di Lyon all'inizio degli anni 30. Prima del 1949, era un professore dell'Università di Zhongshan e decano della Facoltà di Giurisprudenza di Guangzhou. Dopo quell’anno, diventava un insegnante della lingua francese all'Università di Wuhan. Teneva la cattedra di diritto comparato nella stessa Università nell'era di Deng Xiaoping. Iniziava ad insegnare il diritto romano negli anni 80, ha lasciato Istituzioni del Diritto Romano.

Il diritto romano si diffuse in Cina tramite le persone e i libri suddetti. Bisogna sottolineare che tutti i manuali scritti da questi autori organizzano le materie del diritto romano in base alla struttura del codice civile della Repubblica della Cina, cioè in base al sistema pandettistico, quindi nello stile germanico. Inoltre, benché questi autori abbiano scritto dei manuali di diritto romano, non hanno composto nessuna monografia della stessa disciplina.

 

3. L’insegnamento del diritto romano nell’era di Mao

Dalla fine della Dinastia Qing a tutto il periodo della repubblica della Cina, il modello del sistema giuridico continentale si è stabilito solidamente nella Cina. Nel 1949, trovandosi le truppe comuniste e nazionaliste faccia a faccia sulle due sponde del fiume Yangzhi, il leader del Partito Nazionalista proponeva di trattare la pace, di cui una delle condizioni era la conservazione della tradizione giuridica nazionalistica. Tale proposta fu rifiutata in modo assoluto da parte di Mao Zedong, il leader del Partito Comunista. Allora, dopo la cacciata dei nazionalisti a Taiwan da parte dei comunisti, il corpus dei 6 codici da essi promulgati fu abolito. In conformità all'ideologia comunista, si doveva rompere tutta la macchina del vecchio stato e la sua ideologia, così da fondare uno stato assolutamente nuovo. Essendo una parte della tradizione giuridica vecchia, l'insegnamento del diritto romano si trovava naturalmente di fronte a una crisi. Questo venne infatti abolito per un periodo, e la Cina si rivolse verso la Russia Sovietica per imparare l'educazione giuridica. La Bozza dell'Elenco dei corsi della Facoltà di Giurisprudenza, promulgata dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1951, prevedeva l'esposizione dell'avanzamento e della superiorità del regime giuridico nuovo” come valore fondamentale di tutti i corsi". Per quanto concerne la base teorica e la bibliografia di essi, si devono porre il marxismo-leninismo e i pensieri di Mao Zedong come i principi di guida, e si devono usare i manuali e gli altri libri accademici dell'URSS, come libri di consultazione per l'insegnamento”. Secondo l'elenco dei corsi uniformi per gli studenti delle discipline giuridiche, promulgato dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1953, in quel tempo si tenevano i corsi seguenti nelle facoltà: la storia dello stato e del diritto dell'URSS, diritto politico sovietico, diritto civile sovietico, diritto penale sovietico, diritto della terra e diritto dei kolchoz, diritti dei paesi democratici popolari, diritto dell'organizzazione dei tribunali della Cina e dell'URSS, diritto processuale della Cina e dell'URSS, diritto del lavoro della Cina e dell'URSS, diritto amministrativo della Cina e dell'URSS, diritto finanziario della Cina e dell' URSS. Nell'arco di tempo dal 1952 al 1956, sono stati tradotti 165 generi di manuali giuridici sovietici nella Cina. È ovvio che il diritto romano era escluso sia da questi corsi che da questi manuali. Dal punto di vista attuale, tale situazione non si può imputare all'URSS, perché, pur avendo dapprima tolto l'insegnamento del diritto romano, dopo il 1917, lo aveva poi reintrodotto nel 1944 alla fine della II Guerra Mondiale. Proprio in questo periodo, il prof. Jiangping entrava in contatto con il diritto romano nell'Università di Mosca. Egli studiava nella facoltà di Giurisprudenza di questa Università dal 1951 al 1956, dove il diritto romano era uno dei corsi facoltativi, occupando 32 ore. Tale esperienza accademica porterà il prof. Jiangping ad essere professore di diritto romano nel periodo storico successivo. Per di più, il metodo sovietico di organizzare un corso di diritto romano sarà trapiantato integralmente nella Cina.

Ma negli anni prima del 1957, la Cina rifiutava di seguire la riforma dell'URSS per questo aspetto. Nel 1957 il capo del Ministero della Pubblica Istruzione d'allora, Yang Xiufeng, che aveva studiato sociologia e pedagogia nella Francia, e il rettore dell'Università di Pechino Ma Yingchu cominciavano a pensare al problema della ripresa dell'insegnamento del diritto romano in questa Università. Tale tendenza forse dipendeva dalle loro esperienze di soggiorno di studio nei Paesi occidentali e dal mutamento dell'atteggiamento dell'URSS verso il diritto romano. Essi credevano che si dovessero tenere corsi tradizionali di questa materia nelle Università. Al fine di attuare la loro idea, chiesero informazioni agli ex-insegnanti di diritto romano nel 1958, ma, credendo che questi, in quanto formati nel regime del Nazionalismo, possedessero pensieri troppo vecchi, decisero di formare insegnanti con pensieri nuovi e scelsero tra i laureati giovani, Xie Bangyu, che era uscito dall'Università di Pechino. Nel 1959, pertanto, si decideva di incaricarlo dell'insegnamento del diritto romano nell'Università di Pechino, assegnandogli il prof. Rui Mo, che aveva studiato in Germania, come suo maestro. Per formare bene questo primo romanista della Cina nuova, il Ministero della Pubblica Istruzione e l'Università di Pechino gli chiesero di imparare 5 lingue straniere: Latino, Inglese, Spagnolo o Portoghese, Russo e Francese. Dopo una preparazione di 3 anni, Xie Bangyu dava le lezioni di diritto romano per la prima volta a 170 studenti del quarto e quinto anno e ai dottori di ricerca, il 24 febbraio 1962, alla presenza del rettore dell'Università d'allora, Lu Ping, decano della facoltà di giurisprudenza. Questo avvenimento importante per l'educazione giuridica provocava una serie di forti reazioni. Ad esempio, il prof. Huang Youchang, che allora aveva più di 90 anni, ed il famoso esperto di diritto internazionale prof. Zhou Gensheng volevano assumere le cariche di maestro ed il prof. N.B.Novitski dell'Università di Mosca, di quasi 80 anni, mandò la sua opera Il fondamento del diritto civile romano e il programma di insegnamento a Xie Bangyu, che gli servirono molto. In quel tempo il corso di diritto romano era obbligatorio per gli studenti "senatori” e per i dottori di ricerca. La quantità delle ore di didattica non era fissata, al minimo erano 36 ore, al massimo 48 ore. A causa della mancanza degli insegnanti, tale corso si teneva soltanto nell'Università di Pechino e in nessuna altra Università. Ma anche tale si manteneva soltanto per un anno e lo si cancellava nel 1963. Le cause di tale cancellazione includevano il "nichilismo giuridico” di quegli anni e il peggioramento dei rapporti sino-sovietici, etc. In tali condizioni, tutti gli insegnanti di diritto romano cambiavano il proprio mestiere: Lu Gandong era costretto a divenire un insegnante della lingua francese; il prof. Zhounan si metteva a fare il funzionario amministrativo.

Dal punto di vista attuale, il recupero del corso di diritto romano sia in URSS che in Cina va letto nell'ottica della guerra fredda. Con la fine della II Guerra Mondiale si formavano il campo socialista e quello capitalista, i cui studiosi costruivano le proprie caserme lanciandosi reciprocamente giavellotti teorici, ciò una guerra fredda di teoria. La ricerca del diritto romano era un buon campo di battaglia per questa guerra, perché uno dei punti di partenza del Marxismo, il materialismo storico, si formulava con grande quantità di materie tratte dal diritto romano. Ad esempio, il punto di vista marxista sulle genesi dello stato e della legge dipendeva eccessivamente dalle esperienze giuridiche del popolo romano. Il problema di come trattare i fenomeni della storia del diritto romano diventava dunque il campo di battaglia per le teorie degli studiosi dei due schieramenti, trasformando il diritto romano in una sfera comune studiata entusiasticamente da entrambi. Credo che il mantenimento del corso del diritto romano nei paesi socialisti sia proprio per soddisfare questi bisogni della guerra fredda delle teorie.

 

4. L'insegnamento del diritto romano nell'era di Deng Xiaoping e Jiang Zemin

Morto Mao nel 1976, Deng Xiaoping otteneva la posizione più elevata dello Stato dopo due anni, formulava la politica di apertura al mondo occidentale, creando le condizioni per una restaurazione dell'educazione universitaria e di quella giuridica. Da questo momento in poi, venne riconosciuta l'importanza per l'umanità dell'eredità giuridica del diritto romano. Il prof. Chen Chaobi, che allora era andato in pensione, scriveva due articoli intitolati rispettivamente "Sull'eredità del diritto romano" e "La posizione storica del diritto romano ed i suoi vantaggi. Essi facevano pubblicità all'importanza del diritto romano. In seguito Hei Weifang ha anche pubblicato un articolo intitolato "Il diritto romano: la ricchezza comune della civiltà umana", nel quale si confermavano i valori di tale diritto. A tale articolo uno studioso svizzero H. von Senger prestava molto attenzione: egli credeva che sia un segnale che indica il cambiamento d'atteggiamento della Cina verso i diritti occidentali. Ovviamente le opinioni di questi due autori ebbero successo e dopo il 1979 si istituirono di nuovo corsi di diritto romano nei restaurati Istituti di Scienze politiche e Giurisprudenza e nelle facoltà universitarie. Si seguiva ancora il modello sovietico nella sua organizzazione didattica con 36 ore di lezione ed il suo carattere facoltativo. Ciò valeva per gli studenti non ancora laureati. Per i dottori di ricerca, soprattutto quelli specializzati nella storia giuridica dei Paesi stranieri, furono organizzati analoghi corsi, ma le ore di didattica erano meno. A causa della mancanza di insegnanti, il prof. Zhounan, che allora era il direttore della biblioteca dell'Istituto Normale del Nord Ovest di Xining, fu trasferito all'Università di Anhui dove cominciò ad insegnare il diritto romano. Inoltre egli era invitato spesso a dare lezioni di questa materia nell'Istituto di Scienze Politiche e Giurisprudenza del Sud Ovest, nell'Istituto di Scienze Politiche e Giurisprudenza della Cina dell'Est e dall'Istituto di Diritto dell'Accademia delle Scienze Sociali di Shanghai dopo il 1980. Ho seguito questo corso del prof. Zhounan quando ero uno studente dell'Istituto di Scienze Politiche e Giurisprudenza del Sud Ovest. Per risolvere completamente il problema della mancanza degli insegnanti di diritto romano, il Ministero di Giustizia, con la collaborazione dell'Università di Anhui, organizzava un corso di perfezionamento in diritto romano nel 1983 a Hefei, la capitale di questa Provincia. Il prof. Zhounan dava tutte le lezioni dividendo la materia in diritto delle persone, diritti reali, diritto delle obbligazioni, diritto processuale, etc. È probabile che l'insegnamento del prof. Zhou in questo corso sia stato il più tecnico e dettagliato nella storia dell'insegnamento del diritto romano nella Cina. Allora decine di insegnanti frequentavano il corso, proveniendo rispettivamente dall'Istituto di Scienze politiche e Giurisprudenza del Centro Sud, dall'Università di Jilin, dall'Istituto di Scienze politiche e Giurisprudenza di Sud Ovest, dall'Università di Anhui; tutti divennero poi esperti di diritto romano nelle proprie Università. Inoltre, nel nome del prof. Chen Chaobi, la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Xiamen reclutava 3 dottori di ricerca del diritto romano, dopo il 1982 Mijian era uno di loro. Purtroppo il prof. Chen moriva prima della laurea di questi dottori di ricerca nel 1982, che erano stati costretti a cambiare la propria disciplina e a studiare il diritto civile moderno.

Contemporaneamente si iniziavano a scrivere manuali di diritto romano per soddisfare i bisogni dell'insegnamento. Apparivano i Fondamenti del Diritto Romano del prof. Jiangping nel novembre 1982, un libretto di 148 pagine, che organizzava tutte le materie secondo il sistema pandettistico, per influenza, a quanto si dice, del manuale di diritto romano di N.B. Novitski. Nell'anno successivo ha visto la luce un manuale uniforme del diritto romano di 378 pagine, che era organizzato dal Ministero di Giustizia per tutte le Università ad esso sottoposte, elaborato dai 3 professori, cioè Zhounan, Wu Wenhane, Xie Bangyu in base al manoscritto del prof.Xie Bangyu stesso, per gli studenti dell'Università di Pechino. Anche esso organizzava le materie secondo il sistema delle pandette. Questo manuale possedeva una tinta troppo moderna, nella quale si manifestava la volontà degli autori di assimilare il diritto romano con l'ideologia socialista. Nel giugno 1987 il prof. Jiangping ampliava questo manuale con la collaborazione di Mijian, portandolo a 397 pagine. Nello stesso tempo l'Università di Anhui decideva di ordinare i manoscritti di diritto romano del prof. Zhounan ed organizzava un gruppo di lavoro a tale scopo. Dopo sforzi durati diversi anni, questo gruppo ha provveduto alla loro pubblicazione nel volume intitolato Trattato Originale di Diritto Romano  nel 1994, che è diventato subito la più autorevole opera di diritto romano nella Cina ed è citato spessissimo.

Gli studi romanistici nel mio Paese hanno ricevuto un'importante svolta nel maggio 1988, quando Huangfeng dell'Università di Scienze Politiche e Giurisprudenza della Cina di Pechino, che stava occupandosi del diritto penale moderno in Italia, ha incontrato il prof. Pierangelo Catalano dell'Università di Roma La Sapienza e il prof. Sandro Schipani dell'Università di Roma Tor Vergata, raggiungendo con loro un accordo per un interscambio scientifico tra i due Paesi nel campo del diritto romano. In seguito il rettore d'allora della suddetta Università, il prof. Jiangping, visitava Roma nel febbraio 1989, nel corso della quale teneva una conferenza su "L'atteggiamento della Cina popolare verso la cultura giuridica romana". In tale occasione egli firmava un accordo di collaborazione tra l'Università di Scienze Politiche e Giurisprudenza della Cina e Università di Roma Tor Vergata, in base al quale la prima avrebbe mandato giovani ricercatori a studiare il diritto romano presso la seconda e a tradurre frammenti scelti del Corpus Iuris Civilis di Giustiniano in cinese. Da quel momento in poi, Huangfeng, Dingmei, Mijian, Fei Anling, Fan Huaijun, Xu Guodong, Zhang Lihong e Liu Jiaan hanno successivamente lavorato presso l'Università di Tor Vergata con il prof. Aldo Petrucci e il dottore Giuseppe Terracina. Ritornando in Cina, questi giovani studiosi di solito assumevano l'insegnamento di diritto romano. Essi costituiscono la nuova generazione di insegnanti di questa materia. La loro novità consiste nel fatto che tutti si orientano nella lingua latina e sono in grado di confrontare direttamente le fonti del diritto romano. Nel quadro di questa collaborazione, sono state anche tradotte in cinese e largamente diffuse in Cina eccellenti opere italiane sul diritto romano, come le Istituzioni di diritto romano di Bonfante e la Storia del diritto romano di Grosso. Essi hanno permesso agli studiosi cinesi di conoscere l'organizzazione dell'insegnamento del diritto romano in Italia, ad esempio, si cominciava a sapere della divisione della materia in istituzioni di diritto romano e storia del diritto romano, ed hanno inoltre permesso di apprendere l'esistenza del diritto pubblico romano e dei suoi valori. Soprattutto però si sono pubblicati dodici fascicoli di Corporis Iuris Civilis Fragmenta Selecta, le traduzioni cinesi delle Istituzioni di Gaio e di Giustiniano con il testo latino a fronte. Oltre a quelle giuridiche, anche alcune fonti letterarie, come il De Re Publica, De Legibus, De Officiis di Cicerone, sono state tradotte e pubblicate. Si sono organizzati due congressi internazionali in Cina, sul diritto romano, rispettivamente nel 1994 e 1999, e sono apparse le monografie romanistiche di Dingmei e Fei Anling. Una rivista specializzata nel diritto romano ha iniziato la sua esistenza nel 2000 e sono finora usciti due volumi. La ricerca romanistica in Cina è entrata dunque in una tappa nuova, la migliore nella storia. Tra parentesi, anche la Germania ha partecipato all'operazione di diffusione del diritto romano nella Cina. Mijian, con la collaborazione del prof. Knütel dell'Universita di Bonn, ha tradotto il settimo libro del Digesto e l'ha pubblicato sotto il titolo di Usufrutto.

L'intervento di italiani e di tedeschi nell'educazione al diritto romano in Cina ha ottenuto un grande risultato nell'ambito dell'aumento delle fonti tradotte e della spinta alla ricerca, ma la loro influenza sull'organizzazione del suo insegnamento è stata minima. Mi permettono di chiarire il mio punto di vista alcuni esempi: (1) Le università cinesi ancora tengono soltanto un corso di diritto romano, il cui contenuto include solamente il diritto privato romano, escludendo quello pubblico. Quindi pochi studenti conoscono l'esistenza di questa branca e del suo valore. Confidiamo perciò nell'apparizione in Cina di una divisione nell'organizzazione didattica, tra istituzioni di diritto romano e storia del diritto romano, la seconda delle quali conterrà le materie del diritto pubblico; (2) la quantità di ore didattiche del corso di diritto romano ancora rispetta la tradizione di 50 anni fa, con solo 36 ore, impedendo di trattare per intero anche il solo contenuto del diritto privato in un tempo così breve; (3) nonostante gli Italiani abbiano organizzato la traduzione di molte fonti del diritto romano, non si sono ancora impegnati nel promuovere la realizzazione di nuovi manuali. Quelli esistenti infatti sono stati composti all'inizio dell'era di Deng Xiaoping, e non si accordano più con i bisogni attuali. A causa della mancanza di manuali nuovi, si è costretti ad usare le Istituzioni di Giustiniano come manuale, ad esempio, nell'Università di Xiamen e nell'Università di Scienze Politiche e Giurisprudenza della Cina di Pechino; (4) gli insegnanti di diritto romano di molte Università, formati dal prof. Zhounan, mancano di preparazione nell'esegesi dei testi. D'altra parte, gli insegnanti formati in Italia non sono ancora divenuti i "semi", dai quali possono formarsi gli insegnanti nuovi. Quindi il problema della mancanza di insegnanti e della loro bassa preparazione è ancora molto grave.

Le norme dello Standard statale d'Istruzione professionale superiore della Federazione Russa, approvato il marzo 2000, hanno offerto alle Autorità dell'Università di Xiamen un piano di riforma dell'insegnamento del diritto romano nel 2000, secondo il quale, il relativo corso dovrebbe essere diviso in due materie: diritto privato romano e storia del diritto romano, con un numero di ore di didattica complessivo pari a 100. Nonostante il Preside della Facoltà lo sostenesse, tale piano restava tranquillamente lettera morta col passare del tempo. I miei sforzi hanno ottenuto solamente il risultato di cambiare il nome al corso da diritto romano in corso di diritto privato romano, adeguando così i suoi contenuti alla nuova denominazione. Purtroppo, invece, la quantità di ore è stata diminuita da 50 a 48. La causa di tale sconfitta si trova nei mutamenti dell'istruzione superiore in corso in Cina, che sono sfavorevoli all'educazione in diritto romano.

La tendenza dei cinesi di depositare troppa parte del proprio stipendio in banca è stato sempre un problema affrontato dal governo cinese dopo l'era di Deng Xiaoping. Alla fine di agosto del 2001 si sono calcolati 70, 60 miliardi di yuan di depositi di cittadini nelle banche, che si sono considerati indice dell'insufficienza di desiderio di consumi da parte del popolo con conseguente mancanza di impeto di produttività. A causa del senso di incertezza sul futuro, i cinesi si sono abituati a contenere i propri consumi e a risparmiare. Usando lo strumento di abbassare continuamente il tasso di interessi, il governo cinese ha sempre tentato senza successo di frenare questa tendenza. Due anni fa il governo ha scoperto finalmente che l'importanza data alla educazione dei figli da parte dei genitori cinesi poteva essere utilizzata per diminuire i risparmi in banca. Dopo questa scoperta, il governo ha modificato la propria politica. Da un lato, si è introdotto un sistema generale di partecipazione alle spese dell'educazione, per cui tutti gli studenti universitari devono pagare le spese di studio e di sussistenza, che, prima di questa riforma, erano in massima parte a carico dello Stato; dall'altro lato, si permette anche agli studenti che hanno ottenuto voti bassi nell'esame d'ammissione, di entrare alle Università pagando spese più alte rispetto agli studenti normali. Questi due provvedimenti hanno fatto sì che le Università cinesi si "industrializzassero”. Il governo ha riconosciuto pubblicamente che l'educazione è un genere di industria. Come risultato di tale politica, lo spirito scientifico è stato sostituito dallo spirito di commercio. La situazione delle zone costiere è diversa da quella delle regioni interne. Più vicino al mare, tale sostituzione accade più forte. La qualità degli studenti è diminuita, benché la loro quantità sia aumentata rapidamente, per 7.2 volte dal 1978 al 2000. Il tasso grosso d'ammissione del 2000 si è raggiunto al 11.7. In conformità del piano di decima, in cinque anni dello stato; il tasso grosso d'ammissione di università del nostro paese sarà raggiunto al 15 nel 2005. Secondo la dottrina dominante, nel mondo dell'educazione, quando il tasso di reclutamento dell'università raggiunga al 15, l'educazione universitaria si trasformerà da educazione di elite a educazione volgare. Per quanto riguarda l'educazione giuridica, si trasformerà da educazione da giurista ad educazione da avvocato. Tale trasformazione comporta una diminuzione dell'importanza del diritto romano, perché questa disciplina, dopo tutto, è parte dell'educazione di elite, perché si pone contro lo spirito dell'educazione volgare. In un certo senso si può dire, che più migliora la situazione economica della Cina, meno sono le persone che prestano attenzione al diritto romano. Credo che sia accaduta una situazione contraria a quella dell'Italia. Tra le sue cause si può imputare la mancanza di una classe di giuristi di elite da più di due generazioni in Cina. Si può anche dire così: l'età commerciale nella storia romana modellava il diritto romano, mentre l'età commerciale nella Cina d'oggi lo danneggia. Infatti, dobbiamo purtroppo constatare che l'insegnamento del diritto romano è già al tramonto nelle società commerciali come Taiwan e Giappone .

 

5. Conclusioni e prospettive

Mettendo l'instaurazione di rapporti accademici tra romanisti cinesi e italiani come una linea di demarcazione, a mio sommesso avviso, nell'insegnamento del diritto romano in Cina si sono verificate le seguenti trasformazioni:

- Da seconda mano a prima mano. Prima l'insegnamento del diritto romano della Cina non si basava sulle fonti sia giuridiche che letterarie, ma si basava sulle opere degli studiosi francesi, belgi e giapponesi; inoltre nessun romanista cinese aveva studiato e ricercato il diritto romano nel Paese natale di tale diritto, cioè in Italia. Dopo, tale situazione è cambiata, gli studiosi cinesi cominciavano a studiare il diritto romano sulla base delle fonti e nel suo Paese natale. Siccome l'aumento di accessibilità alle fonti fa sì che gli studiosi giovani si abituino ad utilizzare il metodo dell'esegesi, usando le Istituzioni di Giustiniano come manuale del corso. Pertanto, se il metodo dell'insegnamento del diritto romano nel passato era di deduzione, oggi il metodo è di induzione.

- Dal diritto privato romano al diritto romano "multiplo”. Prima, gli studiosi cinesi credevano che il diritto romano non era altro che diritto privato, con l'aggiunta al massimo del diritto processuale civile. Certo si conosceva l'esistenza del diritto romano pubblico, ma si credeva che non fosse di nessun valore. Dopo il riconoscimento sia dell'esistenza che dei valori di questa branca del diritto romano, si sono dedicate ad essa traduzioni e ricerche.

- Dall'insegnamento alla ricerca. Prima, le attività scientifiche del diritto romano in Cina si limitavano all'insegnamento, tutte le pubblicazioni relative erano i manuali. Dopo, i romanisti cinesi non soltanto si dedicano all'insegnamento, ma anche alle ricerche. Per quanto riguarda queste ultime, sono apparse due monografie di diritto romano, cioè La responsabilità contrattuale nel diritto romano di Dingmei e Lo studio sulle successioni nel diritto romano di Fei Anling.

- Dalla chiusura allo scambio. Prima, non esiste nessun ricordo che indichi che i romanisti cinesi abbiano fatto scambi con colleghi stranieri. Dopo, essi hanno partecipato ad attività scientifiche che si sono svolte in Italia, nei Paesi dell'Europa centro orientale, e nell'America Latina. Ad esempio, ho partecipato al X Congresso di Diritto Romano della America Latina nell'agosto 1996 a Lima, Perù. Inoltre, ho preso parte all’VIII Colloquio dei Romanisti dei Paesi dell’Europa centro-orientale e d’Italia nell'ottobre 2000 a Vladivostok, Russia. Tramite tali attività ho ottenuto molte informazioni e conoscenze.

- Dall'ideologia alla tecnologia. Prima, soprattutto nell'era di Mao, il diritto romano era visto come una parte dell'ideologia borghese e utilizzato come uno strumento della guerra fredda ideologica. Dopo, il diritto romano è stato inteso come una "tecnologia neutralità di valori”, che può essere adoperato dai "credenti” di ideologie diverse.

- Dalle pandette alle istituzioni. Prima, tutti i manuali cinesi di diritto romano erano scritti secondo il sistema pandettisitico. Dopo, benché non sia ancora apparso un manuale nuovo fino ad oggi, le idee degli studiosi, che sono in grado di elaborarlo, sono cambiate. Se lo scrivono, sarà certamente un manuale secondo il sistema delle istituzioni, questo anche è il risultato che si aspetta dal Gruppo di redazione di un modello per i futuri manuali..

- Dal corso obbligatorio al corso facoltativo; dall'abbondanza alla scarsità nella quantità di ore didattiche. Si deve vedere anche l'altra faccia della medaglia: l'insegnamento del diritto romano ha sofferto un declino nella Cina. Esso era un corso obbligatorio nella Cina prima del 1949, la quantità di ore era tra 108-72 . Esso è diventato un corso facoltativo nella Cina dell'era di Deng Xiaoping e Jiang Zemin, la quantità di ore è diminuita a 32 da 36. Tale trasformazione forse concerne la pratica del governo cinese per riformare l'educazione universitaria in senso pragmatico.

A mio sommesso avviso, lo sviluppo di questa educazione forse dovrebbe passare attraverso tale processo: da educazione d'elite a educazione volgare, da educazione volgare a educazione "individualizzata”. Nella Cina attuale l'educazione universitaria è soltanto un sogno per molti giovani, quindi è molto misteriosa. Dopo il loro ingresso nelle Università è così soddisfatta la loro curiosità; con l'aumento delle ricchezza nazionale dovrebbe essere possibile che lo Stato offra finanziamenti sufficienti all'università. Allora, l'Università cinese forse potrebbe entrare in una tappa dell'educazione individualizzata, che può soddisfare le domande formative speciali e in quantità piccola. L'educazione del diritto romano forse risorgerà in quel tempo come un tipo di prodotto che può soddisfare le domande di conoscenza della tradizione giuridica.

Finalmente, vorrei dire due parole extra. La ricerca che ho realizzato su questo tema dipende dai materiali degli archivi. Per questo ho consultato l'archivio dell'Università di Xiamen, che possiede una tradizione lunghissima di insegnamento del diritto romano, ma non ho trovato nessun dato utile. Di qui emerge una mia speranza: che bello sarebbe, se gli studiosi che fanno ricerche storiche potessero trovare archivi concernenti la Cina così facilmente come in Francia, in Giappone, in Inghilterra e negli Stati Uniti. È difficile sperare che un popolo che non riesce a fare cose piccole possa poi fare cose importanti.

Per di più, tutte le persone indicate in questa relazione sono i pionieri della disciplina del diritto romano in Cina, essi hanno dato contributi, che vale ricordare, per lo sviluppo della disciplina. Tutta l'educazione giuridica è solo consistente in circa 30 corsi. Ogni corso ha bisogno dei propri pionieri, sicché l'insieme dei corsi può costruire un palazzo grandioso dell'educazione giuridica. Comunque dobbiamo commemorare ogni pioniere. Ma la nostra ricerca storica ancora non si è districata dalla tradizione di essere come la genealogia degli imperatori e delle altre persone nobili, ed adopera l'idea storica di considerare le classi come una unità soggettiva unica. Quindi, essendo figure piccole e individuali, la maggiore parte dei giuristi sono stati dimenticati come Titius e Sempronius, in quanto non riescono a collocarsi nella storia. Tranne nelle storie delle singole Università autocompilate, è difficile trovare le loro tracce in altre pubblicazioni, su Internet, nei dizionari giuridici che devono massimamente ricordare i loro nomi e i loro contributi. Ciò è molto ingiusto verso i giuristi. La situazione dell'Italia è diversa. Mi ricordo bene che, quando studiavo in Italia, vedevo spesso le vie nominate con i nomi del penalista e del professore del diritto processuale civile, apprezzavo molto tale idea storica di considerare l'individuo come unità soggettiva della storia. Questa relazione sulla storia dell' insegnamento del diritto romano nella Cina forse può glorificare questi pionieri. In ciò è la sua importanza, che ho molto sentita quando l'ho finita. In conclusione, vorrei augurare ai romanisti pionieri tanto morti quanto vivi: siate eterni nei vostri nomi e nelle vostre opere meritorie; siano diffusi i vostri manuali nelle librerie, state bene!