N. 9 – 2010 – Notizie
Salvatore Sciortino
Studi sulle
liti di Libertà
nel diritto romano
G. Giappichelli Editore
Torino, 2010 – pp. 368
ISBN
978-883480985-3
Indice
Sommario
Abbreviazioni
11
Premessa
13
Capitolo I
Le origini
1.
Critica
della tesi che riconduce l'origine della liberalis
causa ad un'età non anteriore al IV secolo a.C. a causa dell'assenza
della schiavitù in età arcaica. – Riscontri circa
l'esistenza e la diffusione della schiavitù a Roma fin dall'inizio
dell'età repubblicana: la schiavitù degli stranieri per prigionia
di guerra; la presenza degli schiavi nelle più antiche feste religiose
romane; la 'schiavitù' dei cives a
Roma; la confusione circa lo status di un soggetto in ipotesi di
asservimento personale simili alla schiavitù. – La
storicità delle regole decemvirati circa la summa sacramenti, le vindiciae secundum libertatem e l'adsertor in libertatem.
– Critica della tesi secondo cui in età decemvirale le
liti di libertà si sarebbero potute instaurare solo in relazione ai sui
iuris, mentre per gli alieni iuris avrebbe avuto luogo un conflitto di
potestà, non potendosi distinguere tra liberi e servi. – La
distinzione tra liberi e schiavi nelle XII Tavole impone di escludere
tale idea e legittima l'ipotesi di lavoro in base alla quale le liti di
libertà erano configurabili in età decemvirale
20
2.
L'episodio
di Vindicio non è utile ai fini della
datazione delle liti di libertà, non essendosi trattato di una manumissio vindicta in
cui scorgere un'applicazione a fini negoziali delle liberales
causae. – Il racconto di Livio sul
'processo di Virginia' (Liv. 3.44-46): emersione di elementi tecnico-giuridici
che permettono di identificare, prima facie, il
processo con una lite di libertà. – Le lacune e le contraddizioni
nel racconto di Livio. – Tentativo di spiegazione di alcuni punti
controversi alla luce degli elementi che emergono dallo stesso racconto dello
storico patavino. –Spiegazione degli altri punti oscuri attraverso il
confronto con Dionigi di Alicarnasso. Giustificazione sul piano metodologico
dell'uso della 'Rwmaic¾ Arcaiolog…a per ricostruire i fatti relativi al 'processo di
Virginia': sua attendibilità e diversa impostazione storiografica dello
storico greco rispetto a Livio. – Il racconto di Dionigi: confronto con
Livio. – Conclusioni: il processo di Virginia è il primo esempio
di lite di libertà in diritto romano. Utilizzabilità
dell'episodio ai fini della ricostruzione di alcuni caratteri delle liberales causae
secondo il rito delle legis actiones.
49
Capitolo
II
LA Legis Actio
1.
Gli
atti introduttivi della lite: un passo di Dionigi di Alicarnasso (Dion. Hal. 11.28.6) relativo al 'processo di Virginia' offre una
base testuale per sostenere che le liti di libertà potevano essere introdotte
da una vindicatio rei volta ad ottenere
una conforme addictio magistratuale.
Solo nel caso di opposizione all'atto si sarebbe instaurata la legis actio contenziosa. Carattere eventuale
dell’in ius
vocatio. – Irritualità dell’in ius
vocatio e della manus
iniectio attestate da Livio in riferimento al
'processo di Virginia'. – L'assenza dell'adsertor
in libertatem e la così detta 'proclamatio
in libertatem'. Essa consisteva in un pubblico
proclama del magistrato nella vindicatio in
servitutem e, almeno nella maggior parte dei
casi, in una richiesta dell’adsertor in libertatem da
parte dello schiavo che ne fosse privo nella vindicatio
in libertatem. La nostra ricostruzione consente
di spiegare perché l'istituto della circumductio
introdotto da Costantino (C.Th. 4.8.5)
riguardò solo le vindicationes in servitutem.
94
2.
La ricostruzione del tenore della vindicatio
in servitutem e della vindicatio
in libertatem. Carattere pregiudiziale
dell'identificazione dei possibili adsertores
in libertatem: fin dalle origini chiunque poteva lege
agere pro libertate. – La vindicatio in servitutem
non subiva adattamenti rispetto al formulario tradito da Gai 4.16. Il
diverso atteggiarsi della vindicatio in libertatem a seconda che a pronunciarla fosse il pater
tiolare della patria potestas
ovvero un qualunque altro terzo: nel primo caso, la vindicatio
avrebbe recato la doppia qualifica di meum
et liberum del filius rivendicato; nel secondo caso, la vindicatio avrebbe indicato la condizione di
libero del soggetto rivendicato in libertatem. –
Gli altri verba e gli altri gesta delle
parti in iure. L'esecuzione della sentenza.
120
3.
L'organo giudicante: i decemviri stlitibus
iudicandis. – Critica della tesi che nega
la possibilità di riconoscere nei iudices
decemviri menzionati dalla lex Valeria Horatia
del 449 a.C. i decemviri stlitibus iudicandis, e
argomenti a favore dell'identificazione.
168
Capitolo
III
Il
processo formulare
1.
La
distribuzione del ruolo delle parti in giudizio e la fissazione della lite nei
termini di una vindicatio in servitutem o di una vindicatio
in libertatem: la litis
ordinatio (o
ordinatio iudicii).
– Modalità di accertamento del possesso doloso dello
stato di libertà (in libertate morari (sine) dolo malo): critica della tesi che asserisce l'esistenza
di un praeiudicium 'si controversia erit, utrum ex servitute in libertatem petatur an ex libertate
in servitutem'. – L'assegnazione del ruolo
di attore e convenuto proveniva dall’officium del magistrato. Non ci
sono fonti capaci di provare l'esistenza di tale ipotetico praeiudicium: dati ricavabili da D. 40.12.7.5 (Ulp. 54 ad ed.). – La lezione di un rescritto
di Diocleziano e Massimiano (C. 7.16.21) risultante
dai più antichi manoscritti del Codex
Iustinianus, e che non tiene conto del kat¦ pÒdaj di Taleleo
utilizzato a partire da Paul Krüger per la sua
ricostruzione, non menziona alcun praeiudicium
volto all’ordinatio
iudicii. – Altri argomenti
desumibili da uno scolio di Taleleo a B. 48.20.21.
Analisi di D. 40.12.10; 11; 12 pr.-3.
195
2.
La
natura giuridica della liberalis causa: posizione
del problema e valutazione critica delle soluzioni offerte in dottrina in
merito alla ricostruzione dell'editto de liberali causa. L’agere
per sponsionem. D. 46.1.33 (Ulp. 77 ad ed.)
e il cap. 84 della lex Irnitana dimostrano
l'utilizzo della sponsio prae- i . udicialis per
introdurre le vindicationes in servitutem; limitata
applicazione dell’espediente processuale alle vindicationes
in libertatem. – L'agere per sponsionem potrebbe avere avuto il ruolo di fungere
da ponte di passaggio tra l'applicazione delle legis actiones
e il praeiudicium an
liber sit la cui origine, come per gli altri praeiudicia in materia di status, può essere rintracciata
nell'uso di sponsiones praeiudiciales.
223
3.
La
rei vindicatio per formulam
petitoriam e libertate in servitutem: la
sua applicazione nelle liti di libertà. Il normale funzionamento della formula
petitoria dotata di clausola arbitraria e volta alla condemnatio
pecuniaria nella vindicatio e libertate in servitutem consente
di spiegare il perché non venne mai elaborato un praeiudicium
an servus sit. –Viceversa,
le difficoltà legate al meccanismo della condemnatio
e del pagamento della litis aestimatio nella vindicatio
e servitute in libertatem, nei casi di mancanza di acquisti da
imputare o danni da risarcire, ne dovettero sconsigliare l'impiego:
insufficienza dei tentativi di spiegazione di Franciosi
e Marrone. – Tentativo di ricostruzione: la rei vindicatio
per formulam petitoriam in libertatem si sarebbe necessariamente conclusa con
l'assoluzione del preteso dominus convenuto a causa, sia
dell'impossibilità non imputabile al convenuto di restituere
un uomo che viveva da libero nel corso della lite, sia di aestimare un uomo libero. Ciò spiega
il motivo della rara concessione di tale azione nei casi di vindicatio
in libertatem. Conferme desumibili da D. 46.8.8.2
(Venul. 15 stip.).
242
4.
Le
anomalie nel funzionamento della condemnatio
nella rei vindicatio in libertatem
per formulam petitoriam spiegano
la necessità avvertita dalla giurisprudenza di elaborare una formula priva
di condemnatio, il praeiudicium an
liber sit, per introdurre le liti di
libertà. — Carattere non decisivo del silenzio di Gaio in merito
al praeiudicium an
liber sit.
— Le attestazioni del praeiudicium
an liber sit provenienti dal cap. 84 della lex Irnitana e da Quint. Inst. Orat. 3.6.57.
261
Appendice I. Il
iudex unus e
le liti di libertà in età classica. Valutazione critica della
tesi che asserisce la competenza esclusiva del collegio dei recuperatores.
— Casi in cui può riscontrarsi la competenza del iudex unus a
giudicare le liberales causae.
Si tratta di ipotesi caratterizzate da un comune denominatore: scongiurare
un possibile contrasto di giudicati.
277
Appendice II. L'origine
formulare di due principi caratteristici delle cognitiones
extra ordinem. — Le sentenze emesse in
assenza del sedicente dominus e il principio «ne de statu defunctorum post quinquennium quaeratur».
292
Conclusioni
301
Indice bibliografico
307
Indice degli autori
citati
337
Indice delle fonti
351