Testatina-Monografie2013

 

 

 

Capitolo XX (italiano) della monografia: MARIA ZABŁOCKA, Romanistyka polska w pierwszym dziesięcioleciu XXI wieku, Warszawa, Liber, 2013, 210 pp. – ISBN: 978-83-7206-178-4

Indice-Sommario

 

 

 

Zablocka-IMG_7409Maria Zabłocka

Università di Warszawa

 

Romanistica polacca nel primo decennio del XXI secolo

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I risultati conseguiti negli ultimi anni collocano la Polonia tra i più importanti centri di studi romanistici. A dispetto del persistere di voci su una riforma delle facoltà di giurisprudenza punitiva per il diritto romano, i suoi cultori non demordono. Tutt'altro: in questo decennio hanno prodotto un numero di ricerche pressoché pari a quello di tutto il dopoguerra.

Tra molte luci, qualche ombra. Per decisione ministeriale recensioni ed articoli critici non incidono sulla valutazione di titoli e carriere. Ancora in tempi alquanto recenti se ne scrivevano molte, ben spesso penetranti, con gran vantaggio dei colleghi, specie giovani, che una critica ragionata aiutava a migliorare. Adesso le recensioni scarseggiano e, tranne poche lodevoli eccezioni, si limitano a informare del contenuto invece di scontarsi criticamente con risultati di un’indagine. Tocca pure lamentarsi dell’appiattimento sull’inglese. Nell'arco di tutto Novecento i romanisti polacchi pubblicarono i loro contributi nelle principali lingue europee. Ora, spintivi anche a uno schema di punteggio che premia la lingua dominante, scrivono anzitutto in inglese cui soltanto l'italiano, lingua madre dei romanisti, sa ancora tenere testa.

Per motivi di carriera occorre racimolare punti. I punti si racimolano pubblicando sovente contributi che gioverebbe approfondire prima di darli alle stampe. Così non va. Per fortuna se n’è accorto pure il Ministero che si accinge a imporre alle riviste di rango il rifiuto, previa analisi interna, dei contributi di peggior fatta.

Gli indirizzi sono cambiati. Nei quarant’anni successivi alla seconda guerra mondiale si studiava di regola il diritto privato, e solo in via di eccezione il diritto pubblico. Nell'ultimo periodo invece le monografie di diritto pubblico sensu lato (costituzione, amministrazione, diritto penale) sono state quasi due volte più numerose di quelle dedicate all’altro ramo. Lo stesso può dirsi di articoli e saggi.

I centri accademici rimangono sostanzialmente fedeli alle loro ricerche di elezione. Lublino seguita a prediligere il diritto penale. Łódź abbina il diritto romano alla storia delle dottrine. Breslavia si concentra sui diritti delle poleis greche e sull’opera dei glossatori. Poznań, Varsavia e, da ultimo, Cracovia si misurano con tradizione e l’irradiamento del diritto romano. Varsavia è inoltre l’unico centro accademico dell’Europa centro-orientale dedito a studi di papirologia giuridica. Fiore all’occhiello dei papirologi e romanisti della capitale è il celebre «The Journal of Juristic Papirology».

Oltre alle suddette ricerche, in tutte le università polacche continuano a coltivarsi i problemi classici del diritto romano privato e pubblico, come confermato da contributi di varia ampiezza, talvolta difficilmente classificabili per la molteplicità degli argomenti in discussione. Diversi autori risaltano nelle proprie indagini l’importanza del diritto quale tessuto connettivo dell'Europa.

Come si è già osservato, buona parte delle indagini indagano le fonti antiche ora pubblicate, tradotte e commentate.

In tempi ancora relativamente recenti i romanisti affidavano i loro articoli alla più prestigiosa rivista degli storici del diritto polacchi: «Czasopismo Prawno-Historyczne», nonché a volumi d'occasione. Ora si rivolgono sempre più spesso a riviste accademiche quali «Studia Iuridica Lublinensia» o «Studia Iuridica Toruniensia», oppure a «Zeszyty Prawnicze» [Quaderni giuridici], fondati nel 2001, che già in ben due occasioni sono usciti con numeri (l e 6.1) dedicati interamente al diritto romano, e a «Studia Prawnoustrojowe» [Studi di diritto costituzionale]: anche questa rivista ha pubblicato due numeri (7 e 12) animati unicamente da romanisti e storici dell' antichità.

Lungi dal disdegnare il diritto romano, la magistratura polacca ha voluto incidere numerose paremie romane sulle colonne della Corte Suprema, veicolando l'attenzione di alcuni studiosi sull'aforisma giuridico di Roma antica. Lo comprovano vari libri di recente pubblicazione.

Oggi anche i ricercatori più giovani possono confrontarsi agevolmente – grazie alla libera circolazione e a borse di studio – con la dottrina mondiale. Alcuni trascurano purtroppo di misurarsi con i risultati conseguiti dalla dottrina polacca.

Il diritto romano è un punto di riferimento obbligato anche per il diritto odierno. Discorso pertanto con Wladyslaw Rozwadowski che – forse per ragioni didattiche – vorrebbe ridurlo a una semplice propedeutica al diritto civile. Tutta la legislazione radica nel diritto romano. A questa verità dovrebbe informarsi l’insegnamento della nostra materia.

La romanistica polacca è apprezzata all’estero. I nostri studiosi vengono invitati a contribuire a volumi d’occasione; i loro libri e articoli sono recensiti e discussi su prestigiose riviste quali «Iura. Rivista internazionale di diritto romano e antico» e «Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte. Romanistische Abteilung».