N° 2 - Marzo 2003 - Memorie

Natalia Sredinskaja

Accademia delle Scienze di Russia - San Pietroburgo

 

 

SAN COSTANTINO IMPERATORE

NELLA PATROLOGIA RUSSA

 

 

Ritengo un grande onore parlare davanti a tutti Voi e ne sono felice. Inoltre, è un grande onore per me presentare la mia relazione qui a Oristano, terra di Eleonora d'Arborea, perché ho iniziato a tradurre la Carta de Logu dal sardo antico al russo. Prego il nostro Signore e San Costantino che mi diano la possibilità di fare bene questo lavoro.

Spero che con la mia breve relazione si possa inquadrare il grandissimo ruolo dell'immagine di San Costantino nell'idea che "Mosca è la terza Roma".

La mia relazione riguarda il tema dello sviluppo dell'immagine di San Costantino nel quadro delle cronache e dell'agiografia russa. Quasi tutti i ricercatori affermano che è un paradosso che l'immagine di San Costantino sia al contempo generale - ha linee di comunanza per tutto il mondo - e nell'insieme sia multiforme per ogni nazionalità. L'aspetto storico dell'imperatore è di grande importanza per tutto il cristianesimo nell'epoca medievale, ma l'esistenza della leggenda di Costantino cambia a seconda del tempo e del luogo. Le particolarità dipendono dai fattori di carattere storico, nazionale, sociale etc. Infatti, le fonti generali sul tema, per tutti i paesi, sono le stesse (Eusebio di Cesarea); ma, come sappiamo, la tradizione bizantina è sostanzialmente diversa dalla europea. Anche in Russia era abbastanza frequente rivolgersi all'immagine di San Costantino e l'immagine russa presentava suoi tratti particolari.

Un famoso studioso russo Boris Andreevich Uspenski ha scritto, nel suo libro "L'imperatore e il patriarca", sulla particolarità della cultura russa: "La Russia era sempre orientata in maniera esplicita alla cultura straniera. Dapprima, prevaleva l'orientamento secondo Bisanzio, poi secondo Occidente. Le riforme di Vladimiro il Santo, che segnalavano l'inizio della Rus' alla civilizzazione bizantina, e le riforme di Pietro I, che segnavano l'inizio della Russia alla civilizzazione Occidentale, mostrano somiglianza di principi; le riforme, propriamente parlando, sono analoghe secondo il loro carattere - muta solo l'orientamento culturale. … Essendo trasmessi alla terra russa, questi modelli, che invece ricevono solitamente contenuto completamente diverso, risulta che formino qualcosa di essenzialmente nuovo, che non è simile né alla cultura d'assimilazione, cioè alla cultura del paese d'orientamento, né alla cultura del paese che li recepisce. Insomma, proprio l'orientamento secondo cultura straniera, in gran parte, contribuiva alla particolarità della cultura russa. Questo può sembrare un paradosso, invece la meccanica del processo è più o meno evidente.

… A seconda dell'orientamento il modello straniero arriva in Russia con un testo o un altro, che sono l'espressione della tradizione culturale assimilabile. Questi testi però funzionano al di fuori di quel contesto storico-culturale, che nel suo tempo ha determinato il suo avvento; per di più questi testi sono assimilati proprio per creare un adeguato contesto culturale. L'orientamento culturale e la direttiva ideologica sorpassano la realtà e proprio sono chiamati a creare la nuova realtà". Tutto ciò riguarda una parte del problema inerente al tema della mia comunicazione.

Mi soffermerò ora sul punto principale della relazione relativo all'immagine di San Costantino come governante perfetto e ideale.

Nella letteratura antica russa il presente e il futuro della Russia erano correlati con avvenimenti della storia universale e i prìncipi russi con i governanti della Bibbia e con gli imperatori di Bisanzio. Perciò, glorificare un governatore russo significava compararlo sempre con Costantino il Grande. Questo riguardava non solo le vite dei Santi, ma anche le cronache russe. Già nella prima cronaca russa [Citazione in lingua russa non tradotta] compare il gran principe Vladimir, che ha battezzato la Rus' alla fine del decimo secolo nel nome di San Costantino. Secondo l'opinione degli autori delle cronache l'attività dei prìncipi russi - per esempio l'attività di principe Vladimir Vasilkovič Galitzko Volynski (tredicesimo secolo) e di Boris Alexandrovič di Tver' (quindicesimo secolo) - era talmente giusta, che si poteva paragonare con l'attività di Costantino il Grande. Si tratta, certamente, dei prìncipi protettori della chiesa. Ancora un altro esempio, che riguarda uno dei capi della chiesa ortodossa del cinquecento. Il Metropolita Iona Iverski ha detto sullo stesso Boris Alexandrovič di Tver': "Penso che il gran principe Boris è simile al Grande zar Costantino". Il gran principe Boris partecipò con santi padri al Primo concilio, mentre non partecipò al concilio a Ferrara alla presenza dei padri, solo a causa della lunghezza del viaggio e lì vi mandò un suo boiarin (un gran nobile),: "[Citazione in lingua russa]".

Il paragone tra i governanti russi e Costantino il Grande viene utilizzato anche nel settecento e perfino nell'ottocento. Come ha già riferito il professor Rudokvas nella sua relazione, Pietro I fu denominato Costantino Nuovo nella Russia e nell'Occidente; e già nell'ottocento, nel 1810, fu stampato il libro di Golikov dedicato al paragone tra Pietro I e Costantino il Grande.

Anche nell'agiografia della Russia l'immagine di san Costantino è sempre legata alle immagini dei governanti successivamente diventati Santi.

Nella vita della Santa principessa Olga, madre del Santo principe Vladimir Battista, che ha battezzato la Russia, viene sottolineato che Olga era stata battezzata con il nome di Elena come la madre di San Costantino: "[Citazione in russo antico]".

L'immagine di Sant'Elena e quella della Santa principessa Olga risultano legate tra loro non casualmente. Tutte e due le sante cercavano di attirare i loro figli verso il cristianesimo, ed i figli in seguito hanno portato il cristianesimo ai loro popoli.

Anche la vita del principe Alessandro Nevskyi, santo famosissimo in Russia, richiama l'attenzione del lettore all'immagine di Costantino il Grande. I missionari cattolici invitarono il principe a prendere conoscenza della dottrina della Chiesa cattolica; egli però manifestò non solo inflessibilità verso la fede ortodossa, ma anche nei confronti della sua istruzione, dicendo che sapeva tutto da Adamo al principe Costantino.

Appare evidente che l'immagine di San Costantino serviva non solo per comparare l'attività ma anche per giustificare l'eredità diretta e il ruolo politico dei gran principi russi.

La giustificazione del potere imperiale dei principi russi diventò di grande importanza nell'epoca tra la fine del cinquecento e del seicento. In quell'epoca l'aumento del potere del governo, senza dubbio, ha esercitato un'influenza sulla formazione dell'immagine del primo e più importante imperatore cristiano.